L’insegnamento della filosofia in Svizzera: Allegati.

Allegato I

Tabulato del monte-ore in ogni cantone
(in base all’ORM 86)

Cantoni Ginnasio Penultimo anno Ultimo anno
  in: A B C D E A B C D E
Appenzell                      
Argovie                      
Bâle-campagne 3 1/2 anni 1/22 1/2 1/2 1/2 1/2 1/2 1/2 1/2 1/2 1/2
Bâle-ville 5 o 6 anni 0/22 0/1 2 2 2 1/2 2 1
Berne                      
Fribourg 4 anni 3 3 3 3 3 3 3 3 3 3
Genève 4 anni 2 2 0/2 2 0 2/3 2/3 2/3 2/3 2
Glaris                      
Grisons                      
Jura 3 anni 2 2 2 2 2 2 2 2
Lucerne                      
Neuchâtel 3 anni 0/2 0/2 0/2 0/2 0 2 2 2 2 2
Schaffhouse                      
Schwytz                      
Soleure                      
Tessin 4 anni 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
Thurgovie                      
Unterwald                      
Uri                      
Valais 5 anni 3 3 3 3 3 4 4 4 4 4
Vaud 3 anni 2 2 3 2 2 2 2 2
Zoug                      
Zurich                      

 

I numeri in carattere tipografico normale indicano le ore opzionali, mentre i numeri in carattere corsivo indicano le ore facoltative.

A: maturità classica (greco, latino,francese, tedesco, matematica)

B: maturità latina (latino, francese, tedesco, inglese, matematica)

C: maturità scientifica (matematica, fisica, francese, tedesco, inglese)

D: maturità moderna (francese, tedesco, inglese, italiano, matematica)

E: maturità economica (francese, tedesco, inglese, matematica, economia)

 

Allegato II

Griglia della nuova ORM
(ORM 95)

 

Discipline fondamentali obbligatorie 1 opzione specifica
a scelta
1 opzione complementare
a scelta
Lingua materna Lingua antica Fisica

Chimica

Seconda lingua nazionale Lingua moderna Biologia

Applicazione di matematica

Terza lingua

(inglese, antica, …)

Fisica e applicazioni di matematica Storia

Geografia

Matematica Biologia e chimica Filosofia

Insegnamento religioso

Scienze sperimentali

(bio. + chimica + fisica)

Economia e diritto Economia e diritto

Pedagogia/Psicologia

Scienze umane

(geogr. + economia + diritto)

Filosofia o

Pedagogia-Psicologia

Arti visive

Musica

Arti visive o musica Arti visive Sport

Insegnamento religioso

  Musica  

 

 

Allegato III

Articolo del Courrier, 23 marzo 1994, p. 12

Filosofia nella tempesta

L’insegnamento della filosofia è minacciato dalla futura maturità federale.

Agitazione soprattutto in Romandia.

 

Agitati, inquieti i filosofi! L’ultima messa a punto della futura maturità federale fa uscire i professori di filosofia dalla loro calme cogitazioni. Essi esprimono pubblicamente il loro disaccordo. La filosofia si troverebbe relegata nelle opzioni complementari. Mentre oggi è una disciplina obbligatoria praticamente dappertutto in Romandia. Ma, ancora, sottolineano i nostri filosofi, questo cambiamento è contrario allo spirito del progetto. Il primo progetto comportava numerose opzioni, che lasciavano in linea di massima un buon margine di manovra ai cantoni. Esso rivalorizzava l’insegnamento della storia e metteva così l’accento su quelle che si chiamano discipline di sintesi, tra le quali certamente la filosofia. Era possibile farle giocare un ruolo proprio nella preparazione della maturità.

Il suo ruolo? Bernard Baertschi, vice presidente della Società svizzera di filosofia, lo spiega così: "Di fronte alla frantumazione del sapere, c’è bisogno di luoghi di riflessione comune. La filosofia aiuta ad una riflessione sul modo in cui si vive e si agisce nella nostra civiltà... Ciascuno può coglierne l’importanza pensando ai problemi posti dai progressi nel campo genetico, problemi morali che hanno già provocato un pronunciamento del voto popolare.

Questo progetto di nuova maturità ha suscitato discussioni appassionate negli ambienti specialistici. Esso semplificava il modello attuale e voleva offrire ai giovani una preparazione culturale generale, prima della loro dispersione nelle formazioni specializzate. Ma esso ha suscitato le reazioni delle Scuole politecniche, nelle quali lo si trova insufficiente sul piano dell’acquisizione delle conoscenze scientifiche. Il progetto rivisitato è ben diverso dal primo. Soprattutto quando si distingue il minimo richiesto dagli accessori più o meno necessari. In questo pressapochismo la filosofia oscilla dalla parte dei sovraccarichi. Essa diviene un lusso. "Noi temiamo un diktat dei grandi Cantoni tedeschi", nota Bernard Baertschi. Attualmente la filosofia non è obbligatoria che nei Cantoni romanci - protestanti e cattolici - e nei Cantoni tedeschi cattolici. Ma a Zurigo, Berna e Bâle è nulla. Il numero di ore previste varia molto, potendo raggiungere, per esempio, otto ore a Fribourg. Per Bernard Baertschi un insegnamento valido necessita di quattro ore (due ore due anni di seguito). Un gruppo di lavoro ha messo a punto il progetto per il Dipartimento degli interni e la decisione politica avrà luogo tra qualche settimana. Da ciò l’agitazione dei filosofi, che moltiplicano i segnali prima dell’"irreparabile". Cartesio aveva conquistato lo spirito di una regina e di una principessa. I nostri filosofi convinceranno Ruth Dreifuss? Essi le hanno scritto.

Pierre Kolb

 

Allegato IV

Piano di studio quadro (PEC) per la filosofia

 

A. Obiettivi generali

 

L’insegnamento della filosofia rende l’allievo capace - e desideroso - di pensare filosoficamente in maniera autonoma, con spirito critico e autocritico. Questo pensiero è sia un confronto con se stesso sia un dialogo con gli altri. Trova interlocutori privilegiati nei pensatori del passato.

 

Il suo pensiero riflessivo verte su ciò che è veramente o non è che apparenza. Esso verte ugualmente su ciò che ha valore o non ne ha, ma anche sui valori che dovrebbero addivenire. Che sia condotta a titolo individuale o in qualità di membro di una comunità, la sua riflessione ha conseguenze sul suo impegno.

 

Contemporaneamente prende coscienza che tutte le argomentazioni, spiegazioni, che tutte le forme di impegno rimangono allo stato di problema.

 

B. Considerazioni, spiegazioni

 

Laddove sorgono problemi che egli si è già talvolta posto, l’allievo, giovane adulto, scopre campi d’esperienza che non gli sono familiari. Ma l’urgenza è per lui nuova. Egli è tenuto a rispondervi. Ora, nè il buon senso, nè le scienze particolari, gli offrono i mezzi adeguati per farlo. A tali questioni si collegano, per esempio, problemi che gli pongono la sua propria identità, la scienza e la tecnica, la società e l’ambiente. Che egli lo voglia o no, è toccato da questi problemi. Il fatto di porli, il modo di porli, sono determinanti per lui, in quanto individuo, ma anche per le comunità alle quali egli appartiene e delle quali egli condivide la sua parte di responsabilità.

Ora, non tratta questi problemi nello stesso modo in cui li trattano il mito, la religione, la scienza, l’arte... Ma, con l’aiuto del solo pensiero razionale e critico, sempre in rapporto stretto con i campi di esperienza generalmente riconosciuti, egli è alla ricerca di risposte comprensibili per tutti e da tutti verificabili.

 

Come pensare filosoficamente

 

Quando c’è l’intenzione di spiegare l’esperienza quotidiana, di superare i pregiudizi, quando ci si preoccupa di tener conto tanto dei dati delle scienze quanto di quelli della tradizione filosofica, l’attività filosofica consiste nel chiarire i concetti per cercare l’obiettività e avere così la capacità di accogliere le critiche meglio argomentate.

L’allievo sa apprezzare nel loro giusto valore grandezza e limiti del suo proprio pensiero, di quello degli altri, siano essi i suoi compagni di studio, i suoi insegnanti o i grandi filosofi. E’ per questo che l’insegnamento della filosofia richiede la pratica del dialogo. Infatti, se l’acquisizione delle conoscenze è per l’allievo una condizione necessaria, essa non è sufficiente. Bisogna anche e soprattutto che egli abbia la capacità di sviluppare processi intellettuali personali. E’ in queste condizioni di apprendimento per scambio reciproco che l’insegnamento della filosofia porta i suoi frutti. L’autonomia qui richiesta è ad un tempo presupposta e ricercata. Essa permette di liberarsi dalle idee ricevute e da certe abitudini nel modo di pensare le cose.

 

Il sapere, nelle sue dimensioni cognitiva e morale, è così collegato sempre più intimamente alla responsabilità di ciascuno.

 

L’oggetto del pensiero filosofico

 

I problemi con i quali l’allievo si confronta sono, da tutti i punti di vista, complessi, molteplici e diversi. Perchè nè le questioni nè i tentativi di risposta che gli si offrono provengono dal caso o dal grado della sua scelta. Problemi e soluzioni sorgono dalla sua esperienza personale, ma anche da situazioni proprie dell’epoca nella quale egli vive. Essi devono anche essere capiti nella loro storicità. Infatti, i problemi, riguardino essi l’individuo o la società, in modo evidente o no, sono interdipendenti. E non si tratta soltanto di riconoscere questa interdipendenza, bisogna anche riflettere sul suo significato: questa ricerca permanente delle ragioni ultime realizza ciò che il pensiero filosofico ha perseguito dall’inizio della sua storia. I Greci, infatti, si sono interrogati su ciò che veramente è, su ciò che ha valore. Dunque, questa ricerca ingloba anche colui che pone il problema, l’oggetto del problema, l’insieme delle correlazioni che uniscono, i tentativi di soluzione.

 

Gli scopi della ricerca filosofica

 

La ricerca filosofica, come tutte le ricerche, ha un fine cognitivo e morale; essa raggiunge il suo risultato quando affronta queste due forma di verità. E, come ogni ricercatore divenuto maestro d’un sapere e d’un potere, colui che pensa filosoficamente conosce i limiti della sua scoperta. Scienziato o detentore di tecniche, l’uomo deve e può superare i suoi limiti. Filosofo, egli non cessa di rinnovare il problema. Infatti, grazie alla scienza e alla tecnica, egli recupera sulle cose e sugli altri un potere nuovo e sempre più esteso. Ma siccome il coglimento della verità e del valore non si compie mai pienamente, l’uomo non può rallegrarsi di questo potere, fintanto che la minima porzione di dignità umana gli è sacrificata. Il pensiero filosofico e i problemi che esso pone restano e resteranno necessari al mantenimento e alla fioritura di questa dignità

 

C. Obiettivi fondamentali

 

Conoscenze

 

Avere una conoscenza approfondita delle distinzioni e dei concetti filosofici fondamentali

Comprendere le domande filosofiche importanti, conoscere le soluzioni proposte e individuare i modi diversi di argomentare

Collocare nella storia della cultura i grandi filosofi così come le correnti filosofiche note

 

Saper fare

 

Pensare con concetti chiari le cose e gli avvenimenti, le verità primitive, siano esse di pura evidenza o di esperienza, ma anche stabilire entro questi concetti interdipendenze chiare e logicamente corrette.

Padroneggiare le operazioni logiche fondamentali, utilizzarle per controllare il rigore del processo di pensiero o per svilupparne di nuovi

Analizzare e pensare da filosofi sia le opere filosofiche sia quelle che sono state prodotte, tra le altre, da scienziati, politici e artisti

 

Attitudini

 

Poter trattare i fatti, le opinioni e le mentalità, come si affrontano le grandi questioni

Vedere sempre, e ancora al di là di ciò che è semplicemente dato, secondo tutti i punti di vista possibili, ma anche cercare, nella potenza creativa dell’immaginazione, informazioni e suggerimenti.

Vedere che l’essere umano fa sorgere problemi essenziali che non vengono risolti dalla scienza

Non capitolare davanti a problemi difficili, ma tentare di affrontarli in un lavoro perseguito dal pensiero

Esigere onestà intellettuale ed esattezza per l’espressione del proprio pensiero come per quello degli altri

Essere sempre disposti al dialogo, perchè esso è un tipo di ricerca della verità e un momento dell’affermazione della personalità, e perchè esso esige, sotto due aspetti, un vicendevole rispetto e una lealtà incondizionati

Comprendere che lo sforzo di pensare da sè è una condizione necessaria della libertà personale, come la discussione pubblica è una condizione necessaria della libertà politica, e farsi garanti di queste due libertà

Amare la scienza perchè essa ha un potere liberatorio, e perchè essa conferisce alla vita umana mezzi supplementari, ma non perdere di vista le dimensioni che essa può far dimenticare

Esigere che i sistemi di comportamento, le tecniche e le strutture sociali provengano dall’umano all’uomo e gli siano destinati.

 


 

Allegato V

 

Esempi di programmi cantonali (ORM 86)

Fribourg

 

OBIETTIVO

 

L’obiettivo di questo insegnamento è di rendere lo studente adatto alla riflessione personale attraverso la conoscenza diretta del pensiero dei più grandi filosofi.

Il programma comprende lo studio sistematico dei problemi fondamentali concernenti la persona umana e il suo inserimento nel mondo

 

METODO

 

L’accesso diretto ai testi dei filosofi e il loro studio ermeneutico costituiscono gli elementi decisivi del metodo applicato per esteso nell’intera esposizione di diverse discipline iscritte nel programma.

I testi provengono da opere principali di filosofi di diverse epoche, culture e tendenze. Si tratta, tra gli altri, degli autori seguenti: i Presocratici, Platone, Aristotele, San Tommaso d’Aquino, Cartesio, Spinoza, Leibniz, Kant, Hegel, Schopenhauer, Kierkegaard, Nietzsche, Heidegger, Jaspers, Sartre, Gadamer, Maritain, Gilson, Habermas, Wittgenstein.

L’articolazione del pensiero nel comportamento etico e nell’avvenimento è assicurata al fine di favorire nello studente una riflessione sulla sua storicità - responsabilità morale e condizionamento ideologico - e sulle condizioni concrete del suo progressivo inserimento sociale a partire dalle opzioni personali.

Un esame più importante e più personalizzato è organizzato nel corso del secondo anno di insegnamento. Esso permette allo studente di fare il punto sulle conoscenze acquisite e sulla sua attitudine reale alla riflessione d’ordine filosofico. Nelle forme meno regolamentari, questo esame si avvicina a ciò che era una volta la "dissertazione filosofica" della maturità di tipo A e B.

 

MATERIE TRATTATE

 

Annotazione: questo programma concerne i gradi 3 e 4 del Ginnasio dei Tipi A, B, C, D e E (A e B: 3 ore settimanali per 2 anni; C, D e E: 3 ore settimanali per 2 anni).

 

GRADO 3

INTRODUZIONE ALLA CONOSCENZA FILOSOFICA: La scienza e il senso. Specificità della problematica filosofica e della storia della filosofia. Introduzione allo studio dei testi.

LOGICA (CLASSICA, MATEMATICA): Fondamenti e storia della logica.

EPISTEMOLOGIA: Tesi generali sulla conoscenza; teorie della conoscenza scientifica; classificazioni delle scienze. Teoria della conoscenza filosofica: astrazione aristotelico-tomista, filosofia trascendentale, filosofia dialettica, fenomenologia, filosofia analitica, ermeneutica.

STORIA DELLA FILOSOFIA: La filosofia antica. Il pensiero medievale.

 

GRADO 4

ONTOLOGIA E METAFISICA: I grandi problemi e i principali sistemi e spiegazioni dei filosofi. Le principali ideologie moderne e contemporanee.

ETICA: Il problema dei valori. Metodo della ricerca etica. Principali soluzioni al problema del senso dell’esistenza. Etica e Politica. I diritti dell’uomo. Teoria critica della società.

ESTETICA: La filosofia dell’arte. L’arte e la vita umana.

STORIA DELLA FILOSOFIA: La filosofia moderna. Il pensiero contemporaneo.

 


 

GINEVRA

 

Il programma presenta, ripartito su due anni, temi generali che permetteranno agli allievi di progredire nella riflessione dell’uomo sul mondo, su se stesso, sulle sue attività, sulla sua responsabilità, sul senso dell’esistenza.

Alcune di questi temi offrono d’altra parte la possibilità di far valere ciò che distingue i metodi della riflessione filosofica dai metodi delle scienze naturali ed umane.

 

3° anno

 

1. Attitudine naturale, riflessione, critica

Vivere senza problemi. Porsi domande: cosa posso sapere? Cosa devo fare? Cosa devo sperare? Perchè vivere? Il mondo è condannato a essere tale quale è? ecc.

Lo stupore, l’inquietudine, il dubbio, i tentativi di rispondere. I limiti della spiegazione.

Pensare per agire. Convinzione e responsabilità. La saggezza.

 

2. L’universo e l’uomo

Materia, vita (biologia e psicologia). Spazio e tempo (cosmico e psichico). Natura e cultura. Evoluzione e Storia. Caso e necessità. Determinismo e libertà.

 

3. Il mondo dell’uomo

La comunicazione. la sessualità, il lavoro, il gioco.

Il gruppo, la comunità, la società.

Dominio e rispetto della natura.

 

4. Il problema del soggetto

Desiderio e spontaneità. La coscienza di sè. La relazione dell’io con il mondo, con l’altro, con se stesso. Conoscenza di sè e capacità di giudicare se stesso. Individuo e persona.

 

4° anno

 

5. La ragione

A. Teoria, pratica, estetica

L’ordine del sapere. La scienza; la tecnica - l’obiettività. Che cos’è un fatto? - Certezza, incertezza, probabilità. - La logica. Giudizio e ragionamento. - Ragione e intendimento. - Il razionale e l’irrazionale.

L’ordine dell’agire. Ragione e volontà. L’iniziativa volontaria e la scelta dei mezzi. I fini. - Il volontario e l’arbitrario. Il ragionevole e l’irragionevole.

L’ordine del creare. Ragione e immaginazione. Intuizione e creatività. L’opera.

 

B. Ideali e valori - Norme, leggi e regole

Il vero, il bene, il bello - I criteri del giudizio di valore - Le norme d’azione e la libertà - Regole morali e convenzioni sociali - Autorità e potere.

 

6. L’esistenza

Finitezza e colpa. Infelicità e felicità. Il problema del male personale, collettivo, radicale. L’umano e l’inumano. Protesta e rivolta. Fatalità e speranza.

 

Allegato VI

 

Presa di posizione della SSP relativa al secondo progetto di revisione dell’ORM

(estratti)

 

Sollecitata a dare il suo parere sul progetto di "Nuova regolamentazione del riconoscimento dei Certificati cantonali di maturità", la Società svizzera di filosofia (SSP) propone le seguenti annotazioni:

 

Fini generali:

1. […]

Più precisamente, noi abbiamo delle riserve sull’importanza data ai Piani di studio quadro (art. 8), perchè essi sono stati elaborati senza consultazione di tutti gli ambienti interessati e indipendentemente dal progetto della riforma dell’ORM: non è mai stato previsto di dare loro una tale importanza.

[…]

Collocazione della filosofia:

3. Il posto della filosofia nel "Nuovo regolamento" è stato oggetto di un intervento da parte nostra al momento delle discussioni preparatorie. In rapporto a ciò che era proposto all’inizio, e che finiva con l’emarginare la filosofia, la proposta attuale permette di preservare l’essenziale, cioè la possibiità di un insegnamento conseguente. Tuttavia, ed anche se noi salutiamo il riconoscimento della filosofia come materia di maturità e la possibilità lasciata a ciascun Cantone di conservarla come disciplina obbligatoria, non si capisce bene, dalla lettura degli obiettivi (art. 5), cosa ne sia di una disciplina obbligatoria per tutti, dal momento che, se essa non ha il monopolio in questi campi, anzi ne è ben lungi, è ad essa che si sono tradizionalmente devoluti:

 

la promozione d’una attitudine aperta e di un giudizio indipendente (5.1);

lo sviluppo della sensibilità etica (5.1);

la conoscenza della metodologia scientifica (5.2) ;

la preparazione all’esercizio della responsabilità in rapporto a sè, agli altri, alla società e alla natura (5.4).

 

L’accoppiamento della filosofia e della psico-pedagogia nelle opzioni specifiche è interessante in se stesso, ma costituisce una riduzione del campo della prima disciplina che potrebbe rivelarsi poco proficuo. Infatti, la filosofia non ha più legami naturali con questa disciplina che con altre, come la biologia, la fisica, la storia, ... Inoltre, la pedagogia non è manifestamente una disciplina di cultura generale, nel senso che il suo posto è piuttosto in una scuola professionale (p. es. una scuola normale). Ne risulta che, nell’ottica di preservare nello stesso tempo la specificità della filosofia e certe tradizioni cantonali, sarebbe più giusto intitolare l’opzione proposta: "filosofia e/o pedagogia-psicologia" o "filosofia o pedagogia-psicologia".

E’ questo un punto importante: contrariamente a ciò che si crede talvolta, la filosofia è, in qualche modo, una disciplina a parte, sola nel suo genere; infatti, essa non ha per oggetto primo l’acquisizione dei saperi, ma è una riflessione (critica) sui saperi o sulle pratiche (da cui, per esempio, la metodologia delle scienze e l’etica). Ed è proprio a causa di questa funzione che, da una parte, essa non è particolarmente legata alla psico-pedagogia e che, dall’altra, essa gioca un ruolo decisivo nella formazione di adulti lucidi e responsabili [...]

(fine settembre 1994)