Il presente lavoro fa parte del programma del nostro corso di Filosofia per l'anno 1999/2000. Poichè il superamento di questo corso permette l'accesso a qualsiasi facoltà universitaria, ho pensato di sviluppare parte del programma di Filosofia servendomi degli strumenti informatici presenti nell'Istituto, in modo da facilitare agli allievi, attraverso una famigliarizzazione con essi, il loro accesso all'Università. Sono altresì convinto dell'utilità di produzione e fruizione degli ipertesti in campo didattico, in quanto la creazione di collegamenti ipertestuali aiuta a comprendere meglio l'interconnessione sincronica e diacronica tra i concetti che via via si affrontano nello studio.
Al di là di queste considerazioni concernenti la diffusa convinzione della necessità di un alfabetizzazione informatica tra gli studenti, l'argomento di questo lavoro è stato determinato dalla centralità che riveste nell'epistemologia contemporanea la produzione intellettuale degli esponenti del Circolo di Vienna.
Il lavoro dei neopositivisti rappresenta, nel bene e nel male, una sorta di spartiacque tra una concezione desueta della scienza ed una concezione della scienza attualizzata nel nostro tempo. Vi è un prima ed un dopo "Circolo". Un prima che non può tralasciare, per esempio il contributo degli Empiristi del '700, o il contributo di Russell o del primo Wittgenstein, ed un dopo nel quale la rigida concezione di una scienza onnicomprensiva e rigorosa, fagocitante ogni disciplina, si stempera nelle considerazioni di Popper, piuttosto che nella polemica di Kuhn o nella provocatoria e feroce critica di Feyerabend.