PARTENAVIA P-64 Oscar       www.paolomalerba.it

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P.66   Pa 38
 


Nella foto sotto il P64 Oscar I-ENOA dell'Aeroclub di Genova ritratto all'aeroporto di Sestri negli anni Sessanta ancora prima della costruzione dell'attuale aerostazione (foto GAVS)
 
  
Scheda tecnica
 Costruttore  Partenavia
  Numero posti   4
  Apertura alare   m. 9.98
  Peso a vuoto   Kg. 670
  Peso totale   Kg. 1100
  Motore   Lycoming O-320 AIA 180Hp
  Velocità massima   Km/h 260
  Velocità di crociera   Km/h 240
  Tangenza   m. 5000
  Autonomia   Km. 1080
 

Un po' di storia

Sviluppato come versione del Fachiro P.57, ma con le ali completamente metalliche, il prototipo del P 64 Oscar a struttura mista fu inizialmente designato Fachiro P.64 III. Il primo volo inaugurale data 2 aprile 1965. Rispetto al progetto iniziale i velivoli successivi godettero di diversi miglioramenti, soprattutto nella fusoliera posteriore dove fu ricavata una finestratura  panoramica, il velivolo così modificato fu ribattezzato P.64B Oscar B. Il volo inaugurale risale al 1967.  Conosciuto anche come Oscar 180 era alimentato da un motore a pistoni Lycoming O-360-A1A da 180 CV. Un'ulteriore versione da 200 CV, con motore Lycoming O-360-A1B, fu battezzato Oscar-200.  Ventuno di questi velivoli furono consegnati in Sud Africa e assemblati da AFIC (Pty) Limited e commercializzati come AFIC RSA 200 Falcon. Nel mese di gennaio 1976 la società sviluppò una nuova versione P.66C illustrato poco prima.

Due considerazioni...

Il Partenavia P64  Oscar nella foto di apertura, immatricolato I-ENOA, fu in carico all'Aeroclub di Genova dal 1 giugno 1966 al 9 marzo 1996, quando - dopo ben trent'anni di volo - a  causa di una piantata di motore veniva distrutto in un atterraggio di emergenza sui monti della Garfagnana a 1600 m. di quota presso Orto di Donna nel comune di Minucciano. L'equipaggio (Odero - Giardino) scendeva dal velivolo praticamente illeso e veniva ritrovato soltanto il mattino successivo dopo che, a piedi e dopo una notte trascorsa presso un casolare abbandonato con una temperatura di meno 7°C  riusciva a raggiungere il rifugio  Donegani da dove dava l'allarme. Personalmente ho sempre avuto simpatia per l'I-ENOA, sia per il suo fascino "retrò" sia per la generosità e robustezza dimostrata nel salvaguardare nel suo ultimo volo l'incolumità degli occupanti. Unico velivolo tra quelli da me pilotati che faceva sentire tutti i 180 cavalli erogati, tanto che aumentando in volo il numero dei giri potevi percepire l'accelerazione spingerti con le spalle contro il sedile.